1990, SFSL, Lettera di F. Borromeo

Una lettera inedita di Federico Borromeo, «Studi e Fonti di Storia Lombarda. Quaderni Milanesi», Nuova Serie, 21-22 (1990) pp. 165-166; poi Literay.it [2016].

Titolo e Testo dell’articolo

Una lettera inedita di Federico Borromeo

Come abbiamo già fatto per una lettera inedita di Carlo Borromeo, concernente un intervento a difesa di «certi poveri huomini molestati sotto pretesto che siano stregoni» – così recita il testo (in «Studi e ricerche francescane», 1985, p. 245) -, ora diamo alle stampe una lettera, che mi consta inedita, di Federigo Borromeo a favore di alcune «povere persone» di Blegno, i cui governanti, «mossi forse da proprio interesse, inquietano» con procedimenti inquisitori e con torture, con la scusa di stregoneria.

Il manoscritto è stato da me esaminato con cura. Mi sono valso di collaboratori specializzati in ricerca archivistica.

Francesco di Ciaccia

 

 

Mittente: Card. F. Borromeo

Destinatario: Signori dei 3 cantoni Cattolici

giorno 12 mese 8 anno 1627

/84r/ Havendo, io del continuo havuto molto a cuore di provedere alle infettationi de stregarie, concorso al Barilotto, et de simili sceleraggini che nel paese di Blegno, conforme anche al desiderio che ne hanno sempre mostrato le Signorie Vostre Illustrissime, oltre le altre provisioni fatte da me a quest’effetto in diversi tempi et occasioni, mi risolsi l’anno passato mandare in quelle parti il mio Vicario Criminale per havere più piena informatione di quello passava et potere poi applicarci altri rimedij più opportuni et vedere se con l’agiuto di Dio si poteva smorbare quel Paese di simil peste. Ritornato che fu il Vicario dal detto luogo e fattami relatione del stato in che l’haveva trovato, dopo matura consideratione giudicai che ottimo remedio per quelle anime sarebbe stato il mandare per Rettore del Seminario di Poleggio persona di non mediocre bontà, dottrina et sufficienza con autorità di Vice Vicario et Vice Visitatore, acciò con la vicinanza potesse rimediare ad un tanto male, agiutando in particolare quelle persone che spontaneamente ricorrevano da lui per la medicina spirituale et con efficacia ci mandai persona a proposito, havendoli prima data opportuna instruttione, come si dovea governare, et alcuni avvertimenti per li Curati da instruire /84v/ i figlioletti et devviarli da questo così grave peccato, imponendoli a darme parte di quanto giornalmente seguiva per somministrargli altri ordini et remedij se fossero bisognati, come è occorso alcune volte. Ha faticato il Rettore et con l’agiuto divino in questo poco tempo si è veduto non mediocre profitto. Ma il commune nemico, che sempre s’oppone al bene, non ha voluto tralasciare questa occasione, poiché ho avviso che alcuni ministri delle Signorie Vostre (nativi però del medesimo paese) mossi forse da proprio interesse inquietano quelle povere persone di già d’ordine mio giuditialmente assolute, carcerandole et torrnentandole anco atrocemente, anzi di più, come sanno che qualche persona vada a trovare detto Rettore subito fanno argomento che sia impeciato de stregarie et senz’altri inditij procedono contro quella di modo che niuno più ardisce andare a sgravarsi la coscienza per ricevere li remedij opportuni per l’anima. Il che quanto sia ingiusto et dannevole, lo possono molto bene considerare le Signorie Vostre, alle quali l’ho volsuto rappresentare affinché, sì come si è conosciuto sempre in loro /85r/ il zelo di buona giustitia et della salute di quelli popoli, così si contentino ordinare a detti ministri che in niun modo impediscano una tant’opra, a’ quali stimo anco necessario il ricordare che vadino più temperati nel tormentare, più cauti nel processare o procedere per evitare anco altri disordini, che a questa maniera andarà seguitando, anzi spero s’accrescerà il profitto per la salute di quelle anime con augumento de gloria alle Signorie Vostre Illustrissime in questa vita, et premio nell’altra, che Dio Nostro Signore gli lo conceda come io ne lo prego.

(Archivio Borromeo Isola Bella, L III 25, pp. 842-852, Mic. 92/4)

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