Recensioni, Psicologia e adolescenza

Recensioni e segnalazioni, in ordine cronologico di pubblicazione

Siglario

 

Mariella Malaspina, «Letture», anno 39°, quaderno 405, marzo 1984, pagine 284-285.

Inserito nella collana saggistica di una recente casa editrice, questo piccolo volume non appartiene però alla bibliografia specializzata: non offre alcuna interpretazione nuova né si presenta come un’indagine accademica. Contiene semplicemente, come è indicato nella prefazione dell’autore, «veloci riflessioni» sulla base di alcuni dati relativi a «elementi fondamentali» del tema in questione. Tuttavia l’esposizione divulgativa, suffragata dai più qualificati e insieme equilibrati teorici contemporanei, rende il libro adatto anche agli studiosi della materia; inoltre, operando una selezione dei dati oggettivi, evidenzia una linea pedagogica chiaramente ispirata alle più assodate teorie critiche. Il quadro che ne risulta, preciso e coerente, si configura come proposta pedagogica molto concreta e serena, capace di comporre le contrastanti spinte adolescenziali mediante una presenza educatrice aliena dal compiacimento e dall’autosoddisfacimento, ma sempre attenta al valore insito in quella specie di sofferenza che accompagna sempre l’uomo in evoluzione. Proveniente da studi filosofici, l’autore non ha mancato di puntualizzare, in panoramiche più complete ma sempre chiare e accessibili (come giustamente viene sottolineato nel postface dell’editore), aspetti di psicologia razionale circa problemi quali la fantasia, l’intelligenza, la personalità. Da essi è facilmente desumibile l’idea di fondo che la fenomenologia, accertabile, dell’evoluzione psicologica non contrasta con il fondamento di una «sostanzialità» umana: l’uomo non è un’essenza razionale statica, ma dinamica e perfettibile, la cui vita si evolve in tante fasi. Il ciò che è, dunque, l’uomo lo attua con il tempo e nelle circostanze, sia esterne che interne, del suo reale sviluppo: e questo l’autore lo documenta con accurate ricerche. Ma se l’opera non ignora problematiche filosofiche e attinge ai dati della sperimentazione condotta dagli specialisti, trova però la sua ispirazione compiuta nel riferimento all’uomo concreto del quale essa ragiona. Non per nulla l’autore sente il «dovere» di esprimere, nella prefazione, il riconoscimento, umile e lieto, ai propri discepoli che lo hanno aiutato, con la loro vissuta conflittualità, a comprendere la ricchezza – sempre laboriosa anche se non appariscente – della debolezza adolescenziale. Le loro confidenze, forse timide ma intensamente partecipate, sembra abbiano accompagnato l’autore nel suo trepido lavoro di stesura. Di tali confidenze egli offre al lettore alcuni saggi in appendice: in essi si avverte, viva e appena sperimentata, la tensione fra presente e futuro, la delusione dell’offerta in rapporto alla promessa della vita; si può vedere il giovane aprirsi a un mondo ignoto che egli vuole, ma insieme rifugge, diffidente, come una terra d’altri; è possibile constatare il generoso sforzo dell’adolescente per vincere il proprio egoismo di autodifesa quando gli viene concessa piena e sincera la fiducia, quando al dono di sé che egli fa per sperare contro le sue stesse frustrazioni (“io posso ricominciare…”, p. 99) corrisponde il dono di sé che fanno per primi genitori, insegnanti, sacerdoti. In definitiva possiamo dire che tutto il libro porta a valutare con sincero realismo il grado di influsso educativo esercitato sugli adulti da parte dei giovani in evoluzione, aspetto integrante e per nulla secondario dell’auspicato influsso degli educatori sui giovani.

 

Gabriella Cattaneo, «Idea», Anno XLI, 1985, n. 4-5, pagina 96.

Il volumetto, dichiaratamente divulgativo, offre i principali ragguagli sulla psicologia e sulla pedagogia dell’età adolescenziale, nella sua «storia» e nei suoi fattori di sviluppo. Esso puntualizza, però, anche alcuni concetti che richiamano la filosofia, soprattutto sull’«intelligenza» e sulla «personalità»; fondamentalmente, con molta chiarezza, percorre i diversi aspetti delle «funzioni» adolescenziali, compreso quello morale e religiosi, ed offre alcune indicazioni suggerite dall’esperienza. Il dato emergente del lavoro dello scrittore è la partecipazione alla vita degli adolescenti, dei quali segnaliamo alcune interessanti «testimonianze» dirette, collocate in appendice.

 

Redazionale, Premio Letterario «Nazareno», Edizione 1990, Anno XV, Aprile 1991, pagine 5-6.

Il Di Ciaccia, autore versatile che spazia dalla letteratura alla psicologia ed alla storia, ci offre un suo personale studio sulla pedagogia psicologica degli adolescenti non come un vero e proprio trattato teorico, ma come una guida pratica al difficile mondo dei ragazzi. Nel corso del lavoro è parso utile all’Autore «accennare anche ad alcune formulazioni teoriche e filosofiche su argomenti che non possono essere ignorati, quali l’intelligenza e la personalità umane». Uomo di scuola il Di Ciaccia ha avuto molta esperienza degli adolescenti, dei loro problemi non solo psicologici, ma anche fisici, studiando in particolar modo il rapporto psico-fisico della formazione nell’età scolare. La sua analisi si è incentrata sui «bisogni» degli adolescenti circa la sicurezza, l’indipendenza e l’esperienza. Inoltre ha messo in rilievo il mondo affettivo degli ideali, che è così importante nei ragazzi, lo sviluppo morale e religioso. Si può perciò dire che nella sua interna strutturazione il libro non lascia inesplorato alcun angolo della personalità adolescenziale tanto da concludere con delle testimonianze tratte direttamente da ragazzi che sono stati suoi allievi. Sono importanti perché vissute nel momento stesso in cui i giovani si trovano di più con loro stessi.

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