Straniero, Daniele, 1974

I sentimenti non sono un lusso, recensione di Daniele Straniero, Scogli di Giava. Con una introduzione di Domenico Manzella, Milano, La Prora (Poeti, narartori e saggisti contemporanei, Collana diretta da Orazio Locatelli), 1974, pagine 64, «Turinscuola», febbraio (1989) pagina 8.

 

Copertina, Straniero

 

 

Testo della recensione

Con questa riflessione Domenico Manzella ha introdotto la silloge poetica di Daniele Straniero, preside di ruolo al Liceo Scientifico Statale «F. Severi» di Milano: Scogli di Giava, pp. 62, edita da La Prora: un poeta è uno che, “nell’inquietudine”, non solo esorcizza nel ricordo l’annullamento di sé, ma anche vivacizza il rimpianto della speranza – poiché la speranza è nel passato del futuro! – e raccoglie i cocci del domani – il domani è un vetro già rotto prima di cadere!

Per questo processo autocompensatorio il poeta può essere solo uno che, innanzitutto, sa di sé. Prima ancora di sapere se qualcosa esista. Ma c’è poeta e poeta.

C’è quello che gioca con l’ipotesi che qualcuno esista. È il poeta che fa anche dell’arrabbiatura l’apice del narcisismo. Ma c’è il poeta che parla a se stesso perché, se qualcuno esista, lo ascolti e, ascoltandolo, sopravviva. Perciò la poesia è salvezza. Daniele Straniero appartiene a questa seconda corrente poetica: che ricorda e che prevarica sul tempo del futuro, perché, ricordando e insieme violando il domani, sa che anche altri possono ripetere la stessa audacia terribile e dolcissima. E stanno lì in attesa.

Nella poesia di Straniero c’è il mondo tutto: la guerra e il bacio, la madre e l’amore, c’è la paternità e c’è l’offesa. Attimi che s’affossano nella carne che muore e che vive morendo, segnando la storia con una punta di diamante. Storia ed attimi fatti di piccole cose, se vogliamo. Ma che creano immagini di suggestione. E noi ci sentiamo – afferma qui Manzella – “stravolti dallo stupore d’esistere”.

 

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