2002 – Medico (il) di piazza

Buonafede Vitali “L’Anonimo”, Il medico di piazza ovvero Elogio dell’empiria. Raccolta di vari ma sicuri secreti, Introduzione di Giorgio Cosmacini, Prefazione, trascrizione e note di Francesco di Ciaccia, Postfazione di Gabriella Cattaneo, Milano, Terziaria (Testi 9, Collana diretta da Francesco di Ciaccia), 2002.

Il medico di piazza. Copertina

In copertina: Pietro Longhi, Il cavadenti, 1746-1752, olio su tela, 41,5×62 cm. – Milano, Pinacoteca di Brera

 

Presentazione

«Colui che per le piazze spaccia unguenti o altre medicine, cava i denti e anche fa giuochi di mano»: spacciatore, cavadenti, giocoliere. «Coloro insomma che laddove la gente più si aduna, salgono sopra banchi, panche o palchi per dispensare farmaci di varia natura, specifici contro determinate malattie, antidoti contro veleni, per cavar denti, compiere piccole operazioni chirurgiche»: mezzochirurghi, mezzospeziali, ancora cavadenti, salimbanchi (o montimbanchi). Così il seicentesco Vocabolario degli Accademici della Crusca (Venezia 1612, 1623, 1691) definisce, facendo d’ogni erba un fascio, coloro che, sul mercato della salute, prestano larga parte delle cure richieste da un’altrettanto larga utenza popolare. […]

Simulatori, giramondo, gabbamondo, e chi più ne ha più ne metta. Ma gli uomini dai molti imbrogli erano anche gli uomini dai molti miracoli, gli empirici che praticavano toccamenti e toccasana, impomatavano e crocesegnavano, cavavano denti e dolori, acconciavano ossa rotte o slogate, vendevano rimedi in qualche modo lenitivi o di null’altro carichi che di benefica suggestione, tanto da giustificare il detto che talora «arrivano le medicine degli empirici che non giunge Galeno con la dottrina». (Dalla Introduzione di Giorgio Cosmacini).

 

 

 

 

 

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