Di Filippo Bareggi, Claudia, 1989

Claudia Di Filippo Bareggi, Il mestiere di scrivere. Lavoro intellettuale e mercato librario a Venezia nel Cinquecento, Roma, Bulzoni (Biblioteca del Cinquecento 43), 1989, pagine 419, «Il Ragguaglio Librario», 9 (1992) pagina 275.

 

Di Filippo Bareggi, 1989

 

 

 

Testo della recensione

L’invenzione della stampa e la sua rapida evoluzione in senso commerciale hanno offerto all’intellettuale nuove opportunità nella comunicazione del pensiero e degli scritti, ma lo hanno anche posto di fronte ad una nuova ed ambigua figura di «organizzatore culturale», quella dello stampatore. Che cos’è cambiato nel «lavoro» dello scrittore? In termini economici egli non ha guadagnato molto, ma ha perso molto in termini di autonomia. La ricca e minuziosa indagine dell’autrice, che procede innanzitutto con l’esame particolareggiato di alcuni letterati dell’epoca nelle loro motivazioni personali, culturali e imprenditoriali e nelle loro interazioni con il contesto sociale, delinea sostanzialmente l’immagine dello stampatore come un «imprenditore» interessato alla «mercanzia d’utile»: e se la stampa ha allargato la fascia dei lettori, lo ha fatto per l’esigenza, interna all’attività produttiva, di commercializzazione e non per richiesta esterna di cultura. La produzione libraria suscitò negli scrittori «molte speranze di un lavoro nuovo, libero perché non cortigiano, anzi di un’attività utile». in cui «a lungo si continuò a credere»; ma alle speranze mancò il riscontro reale, poiché le scelte culturali erano sempre più operate dall’«industria» della carta stampata, in certo senso più tiranna delle Corti, esigendo ad esempio un «abbassamento del livello culturale» e imponendo agli intellettuali una preparazione da «poligrafici». Ma ciò che maggiormente pesò sugli scrittori fu l’onere economico e lavorativo per la collaborazione materiale alla pubblicazione tipografica, tanto che non pochi intellettuali, pur attirati a Venezia dagli efficienti laboratori tipografici, finirono per rivolgersi di nuovo alle Corti. Il volume segue fondamentalmente un taglio descrittivo, arricchito da un ampio apparato di rilevazioni quantitative e fondato rigorosamente su fonti e materiali inediti. [Francesco di Ciaccia]

 

 

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