Giovanni Paolo II, 1983
Giovanni Paolo II, Con Francesco nella Chiesa, Presentazione di P. Flavio Carraro, Introduzione di P. Gianfranco Grieco, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1983, pp. 302, in «Italia francescana», 2 (1985) 188-189.
Testo della recensione
Gli interventi di Giovanni Paolo II sulla personalità e sull’insegnamento di san Francesco sono stati raccolti in ordine cronologico, a partire dalla «preghiera» del papa nel novembre 1978 fino al luglio 1983, secondo le varie occasioni offerte dalle assemblee capitolari, dalle celebrazioni liturgiche, dalle ricorrenze storiche e dalle visite pastorali.
Onestamente, non riteniamo di dover esprimere alcun giudizio; ma è possibile dire che il disegno pontificio della figura di Francesco d’Assisi, delineato in tutta la sua ricchezza esistenziale e magisteriale, ha tratti rimarcati negli aspetti dello
spirito «cattolico» e di «pace» del Santo. Qui, per «L’Italia Francescana», ci piace riassumere il pensiero pontificio attraverso alcuni documenti principali, pur rapportati agli altri: la Lettera ai Ministri Generali delle Famiglie Francescane, e l’allocuzione specifica ai Capitolari cappuccini.
Il pontefice addita, con prospettiva realistica, la tendenza necessaria ad ogni rinnovamento nella Chiesa: il «ritorno alle fonti» (pp. 143-145). Esso non compromette l’«adattamento ai tempi» imposto dalla Chiesa: ne è anzi il presupposto obbligato, qualora il «ritorno» sia verso l’«ispirazione primitiva» concretata nelle mutate «esigenze dei tempi».
Due dimensioni l’Autore sceglie per riassumere il carisma originario: la fraternità e la minorità, che non son parole vaghe, buone per ogni circostanza. Fraternità è semplicità nella carità, ed essa può sussistere solo con cuore ed atti alieni dal possesso individuale dei beni, sia spirituali sia materiali. Una società contrassegnata da «disuguaglianze e da spirito di predominio» (p. 144; cfr. pp. 244-245), non si giova delle concessioni alla logica del benessere: e ciò vale per «tutti i Religiosi della Chiesa, a qual-siasi Istituto appartengano» (p. 145), ciascuno secondo la propria forma carismatica ed istituzionale.
La «minorità», poi, è la condizione esattamente contraria alla mentalità di potere e di sopraffazione, e genera obbe-dienza lieta a tutte le creature – considerate del resto «sorelle» -, morigeratezza e pace (pp. 150-153). Tutti questi connotati esprimono – afferma l’Autore – l’anelito profondo, benché irrealizzato, degli uomini anche d’oggi, e lo dimostra il fascino tuttora esercitato da san Francesco.
II passaggio dalla riflessione alla pratica ha il punto focale nella riproposta francescana della «penitenza», intesa come sostanziale conversione e come effettuale compimento di mortificazione (pp. 154-158).
Il volume, raccogliendo le parole e gli scritti, che sono pastorali, del pontefice, si muove ovviamente nel campo più fruttuoso della meditazione morale e spirituale, toccando i molti aspetti del messaggio francescano, dalla fedeltà ecclesiale alla devozione mariana, dalla fede eucaristica allo spirito di preghiera, e costituisce uno strumento indispensabile perché l’uomo moderno abbia le indicazioni, chiare ed autorevoli, applicate alle varie situazioni – claustrali e missionarie, giovanili e politiche -, per un compimento della verità di san Francesco. [Francesco di Ciaccia]
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