Vismara, P., Catechismo, 1984

Paola Vismara Chiappa, Il “Buon cristiano”. Dibattiti e contese sul catechismo nella Lombardia di fine Settecento, Firenze, La nuova Italia, 1984, pagine XII+193, «Il Ragguaglio Librario», 3 (1986) pagina 115.

 

Copertina, Vismara, Catechismo, 1984

 

 

 

Testo della recensione

Il problema di un testo unico per l’istruzione catechistica, che risaliva al Concilio di Trento, ebbe il primo risultato concreto nel 1566, sotto Pio V, con il Catechismo Romano. L’uniformità di principio tuttavia, pur in tal modo attuata con il testo romano, non trovò riscontro fedele ed universale, un po’ per qualche tendenza autonomistica di Chiese nazionali e un po’ per divergenze dottrinali e di didattica pastorale. Queste, nel Settecento, non solo lombardo, si concentravano in particolare sulle contrastanti posizioni «giansenistica» e «romana», con tutte le sfumature filogiansenistiche da una parte e «gesuitico-moliniste» dall’altra. Oltre a ciò, non era estraneo il potere politico, il quale interveniva direttamene sulle pubblicazioni, anche se non for-malmente per l’aspetto teologico. La Lombardia austriaca caldeggiava in effetti l’impianto «civile» dell’educazione cristiana ed esigeva il riconoscimento esplicito ed ampio dei diritti sovrani.

Paola Vismara, inserendo in questa prospettiva globale il suo discorso specifico, ricostruisce i tormentati itinerari, sia di edizione, sia di divulgazione dei catechismi lombardi, e tratta in profondità dei più diffusi e discussi testi in oggetto. Particolarmente importante è la questione del catechismo bellarminiano, esaltato da alcuni fino ad essere identificato con la «dottrina cattolica» e contestato da altri come libro pernicioso. In fondo, era nel mirino la stessa metodologia gesuitica, incentrata sull’esigenza «popolare» di semplificazione e di «sensibilizzazione» delle verità dogmatiche, con il correlato, sul versante etico, di una «fluidità» normativa decisamente avversata dal giansenismo. L’Autrice prende in esame, poi, i catechismi impostati più sulla precettistica morale e sui risvolti civili che sulla teologia e sulla «devozione», soprattutto quelli di Giuseppe Leporini e di Tommaso Campastri.

Addentrandosi nei dettagli storici e cronachistici, la Vismara mostra la proliferazione dei catechismi, definita «mostruosa babilonia», deducendone comunque, al di là delle parzialità teoriche e della confusione organizzativa, la profonda esigenza di rinnovamento ecclesiale. Il saggio, introdotto da quattro illustri accademici, ci sembra ineccepibile concettualmente in tutti i complessi temi teologici da esso accostati, storicamente approfondito e bibliograficamente agguerrito e ricco. [Francesco di Ciaccia]

 

 

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