Merelli, Fedele, Carlo Borromeo e Mattia da Salò, 1984
Fedele Merelli, S. Carlo Borromeo e P. Mattia da Salò cappuccino. Epistolario, estratto da «Collectanea Franciscana», Istituto Storico Cappuccini, 3-4 (1984), pagine 285-313, in «Cammino», 2 (1986) p. 42.
Testo della recensione
Mattia da Salò è stato uno dei Cappuccini più studiati, sia per la sua attività e per la sua personalità di rilievo, sia per i suoi importanti rapporti con Carlo Borromeo. Il Merelli ne illustra il ministero della predicazione in sintonia con le esigenze di riforma, avvertite, in questo specifico settore, dall’arcivescovo di Milano. È messa in luce la stima eccezionale goduta dal Bellintani (Mattia da Salò), letteralmente conteso, per l’esercizio della predicazione, da vescovi, Deputati cittadini e, appunto, dal cardinale. Il problema dibattuto da San Carlo Borromeo era sull’obbligo dell’ordinario diocesano di predicare in duomo; su questo punto, che all’epoca rappresentava una novità derivante dal Tridentino, l’arcivescovo ebbe il favore dei cappuccini. Infatti, condividere l’oratoria, con prediche a turno in duomo, con il vescovo, non era cosa accetta, in genere, anche per alcuni disagi materiali conseguenti. Anche questa umile, quanto doverosa, subordinazione alle volontà del prelato convincono dei motivi ragionevoli per cui i Cappuccini, e in particolare il padre Mattia, furono in ottima considerazione, sia presso il popolo, sia presso il cardinale.
Fedele Merelli completa la sua documentazione con l’epistolario, quasi del tutto medito, dei due grandi riformatori, Carlo e Mattia. Vi si nota, tra l’altro, la fiducia del primo nell’efficacia della parola del Bellintani, anche in occasione della famosa peste del 1576. Rilevante è inoltre il sentimento di obbedienza del cappuccino. Fra le altre cose, poi, è interessante un incidente occorso ad un non nominato – e non identificato – Cappuccino, che, nel Bresciano, predicò sulla Concezione Immacolata: diffidato da Roma, ma poi assolto per interessamento del Borromeo, e dietro istanza cappuccina, egli fu, in seguito, richiesto da San Carlo per predicare, esattamente, sull’Immacolata Concezione nella diocesi milanese. [Francesco Di Ciaccia]
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