Pace, Enzo Maria. 1998, e Oltre Triora, 1997

Religioni a confronto, recensione di Enzo Maria Pace, Per una storia delle religioni. Temi e concetti della ricerca storico-religiosa, Milano, Terziaria (Saggi 5), 1998, pagine 364; Oltre Triora. Nuove ipotesi di indagini sulla stregoneria e la caccia alle streghe, Milano, Terziaria (Atti 1), 1997, pagine XII+147, «Rosetum», 12 (1999) pagina 20.

 

Copertina, F.M.Pace          Copertina, Triora

In copertina di Enzo Maria Pace, Per una storia delle religioni: “Sand-painting” Navaho

 

 

Testo della recensione

Si desiderava da tempo un libro che affrontasse uno degli argomenti più vivi per tutti gli uomini, soprattutto nel nostro tempo in cui di religione si parla spesso ma in cui si brancola nel vuoto di frasi fatte. Il libro di Enzo Maria Pace, che ha raccolto in volume il frutto di tanti anni di lezioni ai più giovani e ai meno giovani, espone con lucidità i concetti essenziali: concetti che, per l’appunto, in genere vengono sorvolati anche da chi si professa credente. Per il vero, libri sulla religione se ne stampano tanti; ma spesso sono o superficiali, senza spessore storico e teorico, o devozionali. Nel caso del presente libro, l’argomento è tutt’altro che semplicistico; ed è accostato con spirito critico e analitico. Serve a chi non voglia leggere le solite banalità, buone per tutti ed inutili a chiunque. Lo studio attento dell’Autore ci fa capire ad esempio che cosa significhi monoteismo e politeismo, non come pure nozioni alla portata magari dei quiz televisivi: l’esplicazione dei termini è esposta sulla base delle risultanze etnologiche e storiche. Si tratta di un lavoro che fa “conoscere” la religione; e non che la fa catalogare in schemi semplicistici e approssimativi, a modo dei tanti “ricettari” che oggi invadono non solo il campo culinario, ma anche quello delle grandi concezioni dell’umanità. Chi di noi si è posto ad esempio il problema di che cosa sia il “mito”, oppure il “rito”, e in che cosa essi si differenzino tra una religione e l’altra? Come si può rispondere all’obiezione che il cristianesimo è pieno di “miti”? E qual è la natura dei suoi “riti”? E da dove deriva, alla sua radice, l’idea di “peccato”? Anche i “credenti” non lo sanno! E questo è il grave limite di un mondo che, abituato ai quiz, non sa dare ragione delle proprie credenze. E questa è la vergogna della nostra cultura. Anche in campo religioso.

Altro argomento, in questo caso più circostanziato e storico, che ha pervaso il Vecchio e il Nuovo Mondo fino al Settecento, riguarda quello delle “streghe”, esposto in Oltre Triora. Nuove ipotesi di indagini sulla stregoneria e la caccia alle streghe. La questione, prima ancora che la mente dell’intellettuale, turba l’anima dell’uomo comune e semplice, se è vero che nel 1631 il confessore delle streghe di Bamberga, Frederich von Spee, pubblicò un testo in cui, con prove incontrovertibili, denunciava come fossero perseguitate e ammazzate povere disgraziate che “andavano al rogo come martiri” (Lorenzo Lanieri) ed accusava l’assurdità dei processi penali a loro carico. Ma furono uccise in odio a chi, o a che cosa? Rispondere a queste domande è il compito degli storici. In questo libro collettaneo ve ne sono di alto valore (Attilio Agnoletto, Giorgio Galli, ecc.). Secondo Luciano Parinetto, l’azione persecutoria fu in odio alle culture minoritarie – in genere si trattava di “curatrici”, alternative alla medicina ufficiale -, tendenzialmente autonome dai grandi centri di potere politico, economico, sociale. Da qui, poi, la facile connessione con la qualifica di “demoniaco” applicata alle streghe, così come agli indigeni dell’America Latina. [Francesco di Ciaccia]

 

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