Francesco Di Ciaccia, GUERRA CARESTIA PESTE. Con i Frati Cappuccini nell’opera manzoniana

Alessandro Manzoni e i Cappuccini, da una foto originale con firma autografa del Manzoni nella sua vecchiaia e da una stampa antica con i frati cappuccini nel servizio degli appestati (Materiale dell’APCP)

Il peggio che c’è nel mondo. Il male nell’opera manzoniana. Quasi un quadro della distruzione apocalittica: civile, morale, esistenziale. Il libro accosta solo tre tematiche, ma cerca di indagare su alcune implicazioni problematiche. La “guerra” ha un panorama ampio: vi rientrano le rivoluzioni. Con un interrogativo: perché il Manzoni giudica negativamente quella francese e positivamente quella italiana. E perché, intorno alla Guerra dei Trent’anni, guerra che intreccia la vicenda del romanzo, non fa cenno a quei frati che furono protagonisti storici di quelle vicende diplomatiche. E poi, a proposito della carestia: che cosa c’entra la povertà assoluta dei cappuccini? E cos’è la fiaba delle noci “miracolose”? L’indagine impone domande. E domande anche sulla peste. In essa ci si imbatte con il corpo. Ma più ancora con la mente: mente malata. Di presunzione, di stoltezza. Le considerazioni del chiosatore sono a volte aliene dalla mentalità comunemente accreditata.

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